Dopo oltre quattro anni dall’istituzione del Parco Nazionale di Portofino, prevista dalla legge finanziaria del 2018, il Ministro si accinge a firmare il Decreto Istitutivo che, tra le altre cose, determinerà i confini definitivi della nuova area protetta la cui superficie, dopo ampio e vissuto dibattito, sarà di circa 1000, pari a quella dell’attuale Parco Regionale, contro una media nazionale di territorio protetto per singolo parco di circa 68000 Ettari e a fronte del fatto che il più piccolo parco Nazionale, quello delle Cinque Terre, ha un’estensione di 3850 ettari. Le volontà politiche del Ministro Gilberto Pichetto Fratin e della Regione Liguria intendono dimostrare come si possa non tenere conto di una serie di fattori, in particolare:
- dei pareri scientifici, che ipotizzavano un territorio di una superficie variabile tra i 15.000 e i 5363 ettari che da due anni sono delimitati dai confini provvisori del Parco includendo 11 Comuni: Camogli, Santa Margherita, Portofino, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Avegno, Recco, Cicagna, Coreglia e Tribogna;
- del parere degli amministratori locali, che attraverso ANCI, hanno proposto un Parco Nazionale a 7 Comuni includente i 3 comuni dell’ex parco regionale – Camogli, Santa Margherita, Portofino – 3 comuni del Tigullio a suo tempo inseriti nell’area cornice, Rapallo, Zoagli, Chiavari e Coreglia, per 2940 ha;
- del parere di Federparchi che ha sostenuto come molti altri soggetti la proposta di ANCI;
- delle politiche europee in tema di protezione dell’ambiente che prevedono un aumento della superficie protetta per ogni nazione al 30% (peraltro oggi raggiungibile con importanti finanziamenti). Nell’affermare il primato della politica sugli aspetti scientifici e della mediazione si rinuncia alla realizzazione di un Ente di area vasta portatore di importanti finanziamenti per:
- Migliorare la qualità della vita dei residenti.
- Creare nuove imprese e posti di lavoro qualificati e ben retribuiti rispetto alla media.
- Aumentare la coesione sociale e i rapporti tra Enti Locali (a dispetto delle dichiarazioni comparse sulla stampa relative all’esclusività del brand Portofino).
- Sviluppare una politica territoriale integrata in grado di affrontare tematiche comprensoriali.
- Potenziare le relazioni nazionali (e internazionali) del territorio grazie al futuro parco.
- Rafforzare il peso specifico di Regione Liguria nei confronti del MITE.
- Qualificare e aumentare l’offerta turistica locale e della Regione.
- Migliorare il Marketing territoriale.
- Ultimo e non certo ultimo, tutelare il patrimonio naturale, ambientale, paesaggistico, culturale del territorio.
Tanti territori italiani, comuni, realtà locali, vorrebbero diventare Parco Nazionale e chi ne fa parte non vuole rinunciare a questo privilegio che certifica, non solo dal punto di vista ambientale, il suo valore, un valore che riguarda anche le sfere sociale, morale ed
economica. Constatiamo purtroppo come oggi prevalga una logica depressiva e di spregio dei valori che, dalle dichiarazioni dei protagonisti, pare motivata da fini elettorali legati al consenso di categorie minoritarie e di brand, ambedue in decadenza nell’attuale contesto.
Facciamo un appello alla politica affinché affermi la centralità di un’etica pubblica come riferimento per le proprie scelte, ascoltando i soggetti competenti, i territori e promuovendone lo sviluppo e la tutela.