Manifesto per l’Ambiente
La Regione può fare molto per l’ambiente.
Chi dice che esistono argomenti più importanti che la politica deve affrontare non ha capito né in che pianeta viviamo né in quale regione d’Italia.
La Liguria è una terra bellissima e fragile
, con un patrimonio naturale inestimabile e in larga parte sconosciuto.
Una terra che oggi appare abbandonata a se stessa, in cui la cementificazione degli ultimi settant’anni ha prodotto danni enormi: alluvioni e calamità sono le dirette conseguenze di questo abbandono troppo lungo, avvertimenti
che la politica non ha ancora imparato ad ascoltare.
È tempo quindi di fare scelte sostenibili
: vogliamo utilizzare al meglio le risorse economiche, tecniche ed intellettuali per tutelare la nostra terra e contrastare il dissesto idrogeologico
.
È ora di rovesciare l’approccio passivo adottato fin qui: dobbiamo fare prevenzione per evitare i disastri anziché intervenire a disastro avvenuto. I mutamenti climatici stanno aumentando il numero delle situazioni di emergenza che dobbiamo adesso affrontare.
La soluzione è proporre
una strategia globale: potenziare le strutture tecniche, regolamentare il consumo di suolo, promuovere azioni integrate sui corsi d’acqua e sulle coste, spingere per lo sviluppo di un’economia davvero “green” che valorizzi le aree dell’entroterra a rischio spopolamento.
Dobbiamo riconoscere responsabilmente
il valore delle nostre aree protette attraverso una strategia univoca e servizi aggregati, che siano a disposizione non solo dei parchi ma anche dei piccoli comuni limitrofi.
Lavorare per l’ambiente significa non solo valorizzare e proteggere il territorio, ma anche favorire la
prosperità delle aziende e delle persone che vivono e lavorano dalle coste all’entroterra della nostra Regione.
Per
difendere la nostra bellezza non possiamo più permetterci di arrivare in ritardo.
I nostri contributi
per la tutela dell’Ambiente
Le nostre proposte per
costruire la sostenibilità:
La Liguria è una terra unica e complicata, in equilibrio fra la sua bellezza e la sua fragilità.
Per questo affrontare qualunque forma di programmazione e progettazione del territorio presuppone chiarezza di obbiettivi nelle molte articolazioni tra loro correlate. Vista l’estensione e le tante peculiarità della nostra Regione è essenziale che le strategie di gestione del territorio e quelle di protezione (a qualsiasi titolo effettuate) siano profondamente integrate tra loro e in completa sinergia con quelle di sviluppo.
Proteggere è fondamentale e implica anche garantire uno sviluppo sostenibile e innovativo
.
Un’adeguata analisi dei sistemi territoriali consente l’impiego di risorse naturali, culturali e di sviluppo creativo come fattori di sviluppo
locale che valorizzano coesione sociale, qualità di vita e posizionamento competitivo dei territori. Bisogna valorizzare e promuovere
le bellezze culturali, architettoniche ed enogastronomiche per trasformarle in elementi di sviluppo locale. Investendo sulle filiere locali
del cibo, si contrasta l’abbandono del territorio e si mettono in relazione produttori, consumatori, istituzioni, scuole…Per consolidare la presenza nei territori non urbani è necessario garantire
servizi, collegamenti
, infrastrutture.
Si devono ripensare le potenzialità di crescita economica di questi luoghi: una nuova dimensione nella quale gli incentivi servano non solo a garantire la permanenza delle piccole produzioni tipiche del nostro territorio ma anche a favorire lo sviluppo di una green economy a esse collegata.
Il sistema dei parchi e delle aree naturalistiche liguri comprende quasi il 12% del territorio regionale, per una superficie complessiva di circa 60 mila ettari.
Per far crescere e valorizzare le aree protette è necessario che ci sia un’unica strategia d’indirizzo e uno staff di servizi operativi
centralizzato a disposizione di parchi e piccoli comuni che ne vogliano condividere le strategie. La gestione centralizzata per essere efficace deve essere supportata da una
comunicazione e collaborazione costante col territorio garantita dalla presenza di un dirigente locale.
Le nostre eccellenze coprono l’intero territorio, dal mare alla montagna, con patrimoni UNESCO e realtà interregionali: l’
apertura, la tutela
e la valorizzazione di queste eccellenze sono una priorità.
Operare per la conoscenza del patrimonio naturale e culturale della nostra Regione, spesso sconosciuti anche a buona parte di chi vive in Liguria, significa qualificare e
potenziare le strategie di comunicazione.
L’Osservatorio regionale per la biodiversità (Li. Bi. Oss), la cui gestione è in capo ad ARPAL, possiede un database aggiornato di tutte le specie presenti nel nostro territorio. Questo patrimonio, dal valore inestimabile, va valorizzato e condiviso tramite la
creazione di un’app per scoprire e riconoscere la fauna e la flora della nostra Regione.In sinergia col mondo scientifico è necessario soprattutto
fare formazione
, utilizzando al meglio la preziosa mole d’informazioni disponibili. A oggi, spesso mancano corsi locali per guide ecologiche, turistiche e ambientali, che si trovano quindi costrette a prendere il patentino in altre
regioni pagando cifre consistenti.
Bisogna in questo senso ripensare anche alla figura dell’educatore ambientale, professione che è stata creata senza però averne definito strategie di crescita e sviluppo.
Bisogna partire dall’aggiornamento della cartografia dell’uso del suolo
, sfruttando tutti gli strumenti oggi a disposizione, promulgando una nuova e idonea legge regionale
per regolamentarne l’uso.
È necessario privilegiare la rinaturalizzazione dove necessario rispetto agli interventi di riqualificazione e prevedere almeno l’edilizia a invarianza idraulica se non a miglioramento effettivo della permeabilità delle superfici e tenendo conto dell’impatto sul paesaggio.
Per trasformazione del territorio a
Invarianza Idraulica si intende la trasformazione di un’area che non provochi un incremento della portata dei volumi dei deflussi superficiali di acqua verso il corpo idrico ricettore, elemento essenziale sia per la prevenzione delle alluvioni che per il contenimento di erosione delle aree circostanti. Sono definizioni che valgono anche per trasformazioni e cambi d’uso non necessariamente legati a urbanizzazioni (es. da bosco a coltivi e viceversa). Parlare invece di
miglioramento si riferisce alla riduzione delle aree impermeabilizzate del suolo allo scopo di indurre in qualche modo una Varianza idraulica positiva e cioè far sì che i deflussi idrici possano anche essere maggiori degli afflussi di pioggia, aumentando le superfici permeabili e la loro profondità.
Dare un reale sostegno al contenimento degli sprechi
di calore ed energia nel pubblico e nel privato, non approfittando del fatto che la deindustrializzazione ha eliminato la maggior parte delle aziende energivore: sarebbe un errore pensare di stare nei parametri grazie alla
chiusura delle aziende.
Un processo importante che va sostenuto e accelerato è invece quello della elettrificazione delle banchine
dei porti, usando metodi di produzione energetica sostenibili ed efficienti che possano limitare (se non eliminare) la problematica relativa all’inquinamento dato dalle grandi navi.
La Regione ha in mano strumenti importanti per garantire il rispetto dei limiti legislativi per la qualità dell’aria in relazione all’impatto del traffico veicolare; questi strumenti devono essere resi più efficienti: inventario delle emissioni, modellistica relativa alla valutazione e previsione della ricaduta di inquinanti, piano della qualità dell’aria, sistema di monitoraggio.
Avere un sistema di trasporti efficiente e rispettoso dell’ambiente è una risposta doverosa sulla quale la Regione deve avere il coraggio di agire definendo anche i trasporti minimi essenziali e operando per garantirli a tutta la popolazione in maniera sostenibile.
Serve un progetto regionale e interregionale che tenga conto di tutti i fattori che caratterizzano l’ecosistema marino, in quanto le coste sono uno degli ambienti più fragili e in evoluzione a causa dei cambiamenti climatici. Un Piano Regionale della costa può evitare che l’intervento in un comune sposti semplicemente il problema nel territorio successivo, utilizzando tutte le conoscenze e gli strumenti che Università, CNR e ARPAL possono mettere a disposizione, bilanciando la domanda di sviluppo con il bisogno di protezione, in modo da ottenere obiettivi sociali, economici e sostenibili a lungo termine.
È necessario censire su tutto il territorio i possibili effetti dell’incremento del livello del mare e delle mareggiate, riprogettare l’equilibrio della costa a medio e lungo termine e aggiornare gli indirizzi di pianificazione, avviando un processo pubblico di analisi e pianificazione delle attività umane e per un uso razionale dello spazio marino.
Dobbiamo inoltre
bloccare qualsiasi tipo di cementificazione costiera, compresi i porticcioli turistici e le concessioni demaniali.
La Liguria è caratterizzata da tantissimi bacini piccoli e piccolissimi (spesso intorno ai 15 km
2) per cui si rende necessaria la pianificazione di numerosi interventi diffusi, che sicuramente costituiscono un peso economico rilevante, ma indispensabile per limitare o contenere il rischio idraulico.
I costi della
messa in sicurezza sono comunque minori di quelli necessari per intervenire durante l’emergenza o per rimediare ai danni causati.Abbiamo bisogno di piani di bacino con norme aggiornate e incisive, di supporti importanti soprattutto ai piccoli comuni affinché riescano a realizzare opere il più efficaci possibile.
È necessario costruire
piani di emergenza adeguati e condivisi
con la cittadinanza, attraverso momenti periodici di confronto, coordinamento e formazione.
Per rendere fattivi tali obiettivi la Regione deve far sì che la propria azione di governance sia più efficace.
La Regione ha un ruolo fondamentale nella definizione della programmazione e pianificazione in tutti i settori ambientali, nella valutazione degli impatti delle scelte effettuate e nel sostegno economico alla realizzazione delle strategie.Fra gli interventi principali: il ciclo dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico, la depurazione e gli scarichi idrici, le azioni di bonifica, il rischio sanitario e ambientale del radon.
Discorso a parte va fatto sul tema della
riduzione e del controllo sulle plastiche
dove Linea Condivisa ha già depositato una prima proposta di legge che da subito potrebbe consentire di garantire percorsi virtuosi almeno nella pubblica amministrazione e cominciare a rendere evidente un impegno concreto
della Regione in questo senso.
Mantenere il controllo sugli abusi ambientali, tanto spesso legati alle mafie (basti pensare al tema dei rifiuti), è un aspetto fondamentale della tutela ambientale. Solo attraverso una politica che integra
conoscenza (delle risorse e delle fragilità del territorio), controllo
e sviluppo sostenibile si possono ottenere risultati soddisfacenti.
Diventa quindi prioritario colmare i vuoti di conoscenza
su alcuni temi ambientali e avviare un approccio regionale a livello tecnico-amministrativo sugli ecosistemi nell’affrontare la
gestione del territorio. In questo senso va sostenuta e valorizzata la mission di ARPAL e delle strutture tecniche regionali di riferimento.